together we’re invicible

Tengo 11 años, tengo 15 años, tengo 18 años, tengo 22 años. Tengo 28 años y todavía tengo todos los demás. Cada cuatro años un ciclo y este último no me ha gustado.

Smetti di scrivere se vuoi vivere, smetti di leggere se vuoi dormire. Smetti di sognare se vuoi avere una vita reale. Eppure il 60 % della mia sostanza è incoscia, eppure tutti i miei ricordi, sogni ed incubi sono interferenze nel mio presente, così tangibili, così reali e così dolorosi come prima. La verità è che non ho mai voluto togliermi di dosso tutti questi traumi, perchè il dolore era anche un sentimento così penetrante e cosi forte che l’ho cercato persino quando sprofondavo, per cercare di sentire qualcosa.

E se dicessi che la mia missione nel mondo era amare, era perchè sarebbe stato implicito anche soffrire, l’altra parte della medaglia, non capita da chi non si spiega come è possibile la mia situazione. Come è possibile il non riuscire a dimenticare le promesse fate a 16 anni, promesse mantenute nel tempo.

Non ho potuto amazzare le fasi pasate della mia vita, perchè le proteggo come una candela in mezzo al buio. Perchè credevo che loro mi avrebbero dato la forza per continuare, e loro sono invece quelle che mi bloccano.

La mia psicologa mi cura dicendomi di scrivere, e ci ho messo così tanto a correre velocemente per non farmi acchiappare dai miei traumi… Ora ,mi sono fermata e mi sono girata per guardarli in faccia. È così doloroso.

Primo livello, completato, Secondo livello, una scatola di Pandora che non avrei mai voluto aprire, un trauma che ho sempre conosciuto e riconosciuto come tale. Secondo livello, il formamentis della mia personalità. e della mia debolezza. L’acettare, sopratutto e sopratutti, di essere molestata, di essere buttata per terra, solo per essere amata. Un amore così grande che non è stato dimenticato, un sentimento al cui mi agrapo con unghie e denti e che si mostra davanti a me più vero di qualsiasi realtà ordinaria. Come chiudere di nuovo gli occhi per tornare al sogno che facevi prima di svegliarti. Rimpiangere un passato perduto per il resto della tua vita.

Se la tua vita durassi 40 anni… se la mia vita durassi 40 anni, non proverei più a disintossicarmi dalla mia droga. Andrei a cercarla e me la godrei fino in fondo. Mi costruirei il mio mondo di fantasia, e ci rimarrei lì. Meglio viviere nell’imaginazione colorata che in un mondo griggio. Sicuramente questa risposta non l’avrei dato qualche settimana fa, preocupata como era di rimanere con i piedi per terra. Ma io non appartengo a questo mondo tanto quanto al mondo della mia mente. Dove gli amori continuano e non sei ferita, solo sei ferita per amare con più forza. Un sogno dentro di un sogno. Tornerei a creare una vita diffusa, con i bordi permeabili, guardando verso el cielo e vivendo verso il basso. Prenderei un aereo e mi presenterei ovunque il mio primo amore fosse, proverei a parlarci, tanto la mia vita durerà solo dieci anni in più. Non avrei il rimpianto di una cosa inconclusa, di una montagna russa spezzata in mezzo alla discesa. Recupererei le mie amiche quando ancora non ero una delusione per loro ne loro una ipocresia per me. Mi obbligherei a tornare indietro di dieci anni, e se quella vita non mi appartenesse di più, andrei a cercare una droga di quelle vere, di quelle alucinoggene, oppure mi butterei dalla finestra.
Quello che farei, se la mia vita durassi soltanto 40 anni, sarebbe smettere di lavorare, smettere di proietare, smettere di preoccuparmi per gli orari, le ore di sonno, il numero di dolci, i km caminati, la salute della mia testa.

Metterei la musica a tutto volume, farei gli incantesimi, con il mio superpotere di provocarmi stati di animo con una fotografia o una canzone.

Smetterei di cercare di essere una persona normale. Darei alla mia malattia tutto lo spazio abitabile, la farei impossessarsi dal mio corpo. Seguirei questo istinto. Ricorderei le parole di mia zia Linda, dicendomi di non essere sbagliata. Sarei una buona influenza per qualcuno, sorriderei alla gente per strada, e non mi importerebbe di sembrare troppo pazza, troppo intentsa, troppo sognatrice, troppo esagerata. Sarei esagerata, goderei i miei pasti come se fosse al ristorante stellato, farei i viaggi e rimarrei senza un soldo, farei tutte le mie esperienze, mi porterei in viaggio tutte le persone che sono state importanti per me. Inizierei a non dormire la notte. Farei della mia insomnia parte della mia identità, finchè non mi importassi più e i miei cicli circadiani si metessero a posto. Mi sarei giá operata la vista, andrei in una spiagga nudista. Passerei un anno intero in Latinoamerica, un altro in Australia. Parlerei con tutti gli stranieri o persone di altri paesi, tornerei a scrivere e a leggere e a immaginare altri mondi e confondere quei mondi con la realtá, non mi importerebbe più la conseguenza di stato di animo di una canzone, vorrei vivere nel pasato, nel presente e nel futuro contemporaneamente. Mi dichiarerei felicemente ingorante a quelli che aspettano qualcosa di te. Andrei a tutti i concerti dei KISS fino alla fine, andrei ai concerti di Muse y di RHCP con il mio ex fidanzato, che da persona manipolatrice potrebbe continuarmi a manipolare, ma in una misura molto più piccola perchè sarei forte, libera, pazza, e con un piede nel aldilà e un altro nel mondo della mente. E questo sarebbe fantastico, perchè sarei felice con quello che tutti mi avrebbero vietati.

E sicuramente, così, non avrei più muco nella gola, perchè non mi dedicherei a mangiare cose che mi danno allergia ma mi fanno sentire felice. Neanche avrei il colon irritabile, perchè accettare e accentuare la mia malattia mi creerebbe una sensazione di benessere, e mi sentirei volare. E quando, tal volta, mi sentisse persa e senza consolazione, in una ruota che gira senza che io la guidi, mi metterei a dormire con la vita che ho adesso, per recuperare un pò di ripetizione e sicurezza. Non perderei a nessuno, perchè non ci sarebbe una scelta da fare. Tutti farebbero parte della mia vita come lo fanno nella mia testa.